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Il palco di salita.

Il palco di salita è composto dalle pertiche, dalle funi, dalle scale di corda e da altri attrezzi come il palo di arrampicata.

 





 





Sono tutti attrezzi di arrampicata, molto utili per il rinforzo della muscolatura di tutto il tronco in modo naturale senza sovraccaricare la colonna, per vincere la paura dell'altezza in modo graduale.

Hanno un ruolo centrale nella formazione del fisico e del carattere di un bambino (Ginnastica per bambini e per ragazzi e www.sief.eu/dorso curvo).

Sono fondamentali per IMPARARE A MUOVERSI (XVI Congresso Nazionale S.I.E.F., Pisa 24-25 Novembre 2012).

Per un adulto sono ottimi per mantenere un buon livello di efficienza fisica (Ginnastica per adulti e www.sief.eu/mal di schiena).

Per far capire meglio l'importanza di questi grandi attrezzi vi invito a leggere l'articolo del Prof. Marco Pecchioli dal titolo "IL RUOLO DEI GRANDI ATTREZZI DELLA GINNASTICA NELL'EDUCAZIONE FISICA"

L'altezza può variare da 4 a 6 metri.
Il numero di pertiche, funi e scale di corda può variare in base allo spazio disponibile.
La proposta minima è di 2 funi, 2 pertiche e 1 scala di corda (www.sief.eu/attrezzi/palco di salita).

I palchi di salita più complessi e più noti sono stati proposti da Francisco Amoros Y Ondeano (1769 - 1848) e famoso è il palco di salita che egli ideò per la cura delle scoliosi e delle deformità vertebrali per il grande ortopedico Delpech a Montpellier.




Nel video vedrete solo alcuni esempi di esercizi che si possono fare ai vari attrezzi che costituiscono il palco di salita.
Come sempre ripeto che quello che vedrete sono punti di arrivo e non di partenza.
Ogni esercizio ha la sua specifica progressione didattica, che ogni Maestro di Ginnastica deve conoscere per consentire a chiunque di imparare a salire una pertica o una fune in sicurezza.

Buona visione!




3 commenti:

  1. Guarda.
    è inutile negarlo:la mia invidia aumenta.
    Specie adesso,in questi mesi invernali dove mi appendo proprio poco.....adesso che è primavera riprendo....ma che bello avere a disposizione questo palco di salita!

    Un paio d'anni fa,con il mio solito spirito di ricerca,mi iscrissi ad una scuola di circo con mia moglie.
    Esperienza molto bella sotto gli Orfei-davvero:l'ambiente circense e la gente che vi si reca per imparare è veramente bello....zero rivalità,molta voglia di fare,tante risate-ed ebbi occasione di fare esercizi simili sulla rete da rampicata e sul palo cinese acrobatico;specialmente quest'ultimo divenne il mio chiodo fisso e mi dispiaque quando,per ristrutturazioni varie,lo tolsero.

    Del tuo video mi ha colpito favorevolmente la varietà degli esercizi.
    Si vede che sono sicuramente da "conquistare"-sopratutto per il fattore altezza/vertigini e la fune,che può dare noia alle mani e un appiglio mobile che stupisce-ma fisiologici.
    Non vi vedo l'estremismo di certe "superserie"di trazioni alla sbarra;piuttosto la naturalezza del gioco dei bambini,o delle scimmie in rampicata(imbattibili,eh!ai parchi zoologici mi ipnotizzo ad osservare i nostri parenti animali che passano di ramo in ramo con la loro incredibile,noncurante,naturale agilità....).
    Ricorderei che la gestione del corpo in rampicata è una delle funzioni del nostro organismo che più trascuriamo.
    Ed è un male,perchè ne risentono le spalle,sottoutilizzate,ne risente l'umore,che perde una componente ludica incredibile,e la schiena,che non gode mai dello scarico che ne deriva.
    Non c'è neanche da pensare che siano esercizi impossibili agli anziani.
    é solo una questione di mantenere un minimo di abitudine.
    Tempo fa vidi un documentario di una qualche tribù(africana?amazzonica?boh,non ricordo...)che vive sugli alberi.
    I loro anziani,ben over-sessanta,si arrampicavano sugli alberi,per tornare a "casa",con estrema naturalezza,senza sforzo evidente.
    Al di la delle prestazioni sportive estreme,che vedono un ovvio declino dopo i 35 anni ed il pensionamento entro i quaranta,il corpo umano è capace di prestazioni interessanti sostanzialmente per tutta la vita.
    Si tratta solo di razionalizzare il movimento e badare al funzionale.

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    1. Ciao Daniele!
      Capisco la tua invidia!
      Lo sarei anch'io!
      Io da piccolo mi arrampicavo sempre sugli alberi e lo faccio tutt'ora quando ne ho la possibilità! Ti assicuro che il senso di libertà e riuscire a vedere il mondo da un punto di vista diverso è una sensazione stupenda!
      Mi è sempre piaciuto arrampicarmi e poterlo fare anche in palestra ai vari attrezzi che vedi e poterlo fare con varie tecniche è veramente un piacere.
      Per quanto riguardo il palo l'ho scoperto da poco nella nuova palestra in cui lavoro, la Palestra Baumann di Prato del mio amico e collega Prof. Giovanni Lombisani e devo dire che è stata veramente una piacevolissima scoperta, ma mi è stato detto che un altro mio collega se ne sta facendo fare uno ancora più bello! Non vedo l'ora di vederlo e ovviamente di provarlo! ;)
      Gli esercizi che hai visto sono solo una parte chiaramente, se dovessi far vedere tutti gli esercizi che si possono eseguire non mi basta un film "colossal" di 4 ore!
      Comunque quello che hai scritto è corretto: non c'è estremismo (anche se ti assicuro che in alcuni esercizi che non ho mostrato forse si esagera un pò...), gli esercizi si devono "conquistare", le sospensioni sono un esercizio naturale che dovremmo mantenere per tutta la vita.
      Ecco perché si dovrebbe partire fin da piccoli a fare Ginnastica e ad affrontare questo tipo di esercizi ed attrezzi.
      Si vincerebbero tante paure, quella dell'altezza è la prima che viene in mente, si accrescerebbe l'autostima personale, ti assicuro che in più di 10 anni che faccio questo lavoro ho visto bambini trasformarsi caratterialmente in un modo incredibile (da questo punto di vista il Maestro deve sempre trovare il modo di far tenere i "piedi per terra" ai suoi allievi altrimenti il rischio è che troppo facilmente si sentano "arrivati", che si facciano "fregare" dal loro ego...;)...ecco che il Maestro finchè ce la fa deve sempre spronare a migliorarsi e proporre nuovi esercizi, fino al momento in cui gli allievi lo supereranno in modo "naturale", ma a quel punto, se il Maestro è stato bravo, gli allievi riconosceranno comunque la sua autorità e saranno loro a portare avanti i suoi insegnamenti, questo a mio modo di vedere significa insegnare...il nostro Maestro, il Prof. Marco Pecchioli, ci dice sempre "Guai all'allievo che non superi il Maestro"...), ne gioverebbe la salute non solo delle nostre spalle, ma della colonna e di tutta la muscolatura del corpo, che si rinforzerebbe in maniera naturale e riuscirebbe a mantenere una "funzionalità utile", una "funzionalità intelligente".
      "La Ginnastica non è muscoli...è cervello".
      Come hai detto te non sono esercizi impossibili per gli anziani, basta mantenere un minimo di abitudine.
      Purtroppo si pensa che per stare in forma si debba fare sport, ma come giustamente hai fatto notare, non ci rendiamo conto che le grandi prestazioni che si vedono in televisioni sono a termine e comportano delle conseguenze che spesso ignoriamo e a cui non diamo molta importanza.
      Dovremmo ritornare a prenderci cura del nostro corpo per quello che la natura l'ha "pensato"...in modo "naturale"...capire cosa è veramente "l'essenza della nostra natura"...

      Un saluto e grazie per i tuoi commenti.

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  2. Poni,collateralmente al discorso,una questione interessante.
    Mi riferisco al discorso dell'insegnamento e del rapporto maestro-studente.
    é un argomento molto sentito.
    Avere a che fare con studenti significa,nel profondo,avere a che fare con rapporti complessi che possono sforare in vari campi:
    -quello gerarchico;l'insegnante-maschio alfa
    -quello affettivo;insegnante-sostituto del genitore
    -nel caso del rapporto con il gentil sesso non sono infrequenti infatuazioni per la figura del maestro

    Questa fenomenica mista,che sicuramente conoscerai per esperienza diretta,è fonte di problemi comuni a TUTTI gli insegnanti.
    Da una parte c'è il problema-ricorrente,se hai a mente le nostre discussioni via mail-dell'ego,in questo caso dell'insegnante.
    Insomma,è gratificante fare l'insegnante,dirigere,sentirsi presi a modello,ammirati,ricercati,o quant'altro.
    Bella trappola.
    Si innescano spesso dinamiche complesse,che si possono tutto sommato paragonare a quelle padre-figlio:si parte dalla dipendenza ed "affetto"incondizionato verso la figura di riferimento,poi comincia il meccanismo di crescita-confonto che può arrivare in alcuni casi a degradare in comportamenti di emancipazione-sfida-rifiuto-delusione come nei rapporti padre-figlio(appunto).

    Questi meccanismi,noti anche in oriente-tant'è che nelle scuole tradizionali di arti marziali,circo,teatro il maestro è una figura patriarcale assolutamente,gerarchicamente superiore,esattamente come nelle famiglie tradizionali-devono essere gestiti con attenzione.
    Ho visto,negli anni del mio vagabondare fra insegnanti,palestre,scuole,che è facile che le dinamiche affettive malgestite possono portare al catafascio realtà apparentemente ben avviate e collaudate.

    La tendenza occidentale a comportarsi da insegnati-amici può esacerbare l'istaurarsi di queste dinamiche.

    Altri si ammantano di "invincibilità"
    Quest'ultima caratteristica(che tra l'altro,invece,piace tanto agli orientali),che in qualche modo viene sentita come necessaria a amntenere il ruolo di maschio alfa è molto percepita nel campo degli sport da combattimento.
    Giusto qualche sera fa,ad una cena fra maestri di scuole di lotta,un ottimo insegnante velatamente faceva passare il suo malessere perchè si rendeva conto che alcuni dei suoi allievi lo mettevano in seria difficoltà ed in qualche caso,riuscivano a chiuderlo in leva.
    Il suo discorso,giustificato dagli anni che passano,allievi giovani e più grossi di lui che lo seguono da anni,etc etc,è molto comprensibile,e vi si ravisa il timore di perdere in autorità.

    Dal mio punto di vista,il problema esiste se si vuole farlo esistere,ancorandosi appunto alla figura del capo-virile.
    Per staccarsi da questa immagine basta guardare altrove per osservare illustri esempi che dimostrano che il buon maestro,oltre che fisico-dimostra con il corpo NONOSTANTE l'età che avanza-è pure autorevole,ed ha da insegnare con l'occhio dell'esperienza.....guardiamo il caso di Mike Tyson,e ci si chieda quanti problemi avrebbe avuto a stendere il suo allenatore,l'anziano Cus D'amato,sul ring....eppure Tyson era assolutamente dipendente(anche troppo)dalla direzione e sostegno di Cus.
    Nei microcosmi nostrani i meccanismi possono e devono essere simili.
    Io preferisco formare persone,lottatori,che se lo desiderano si emancipino,un giorno,da me,per andare a studiare da chi sa altro o di più di me.
    Non amo creare persone che dipendano dalla mia figura più a lungo del necessario,e ne faccio vanto.
    Mi serve,come sempre da guida,il punto di vista dei grandi del passato.
    "il valore di una scuola,di un metodo,si misura dal valore non del maestro,ma degli studenti"-K.Sawai
    "lavoro per essere un giorno inutile ai miei allievi"-I.Tsuda.
    "una quercia non può diventare grande vicino un altra quercia"-K.Choi

    Il loro pensiero mi ricorda la direzione da mantenere.

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