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Scuola e Sport.

Ho già parlato in post precedenti della differenza tra Educazione Fisica e Sport, della mancanza dell'insegnamento della Ginnastica classica nella scuola, in particolare elementare, dove invece viene promosso esclusivamente lo Sport, attraverso progetti proposti da società sportive di varie discipline.
Vorrei ritornare sull'argomento, perché, con questo post e altri che metterò successivamente, vorrei cercare di aprire un dibattito con tutti quelli che visiteranno il mio blog.
Ditemi che cosa ne pensate dell'argomento.
La relazione che riporto fu presentata al 1° Convegno Nazionale della Società Italiana di Educazione Fisica, dal tema Salute e Sport, che si tenne a Firenze il 18 Gennaio 1997.
La relazione venne presentata da Danilo Matteucci, Insegnante di Educazione Fisica Maestro di Ginnastica Collaboratore e Insegnante dell'Istituto Duchenne, allora Presidente della S.I.E.F., Società Italiana di Educazione Fisica.
Leggete attentamente, fatemi sapere cosa ne pensate e seguite anche i post successivi che metterò sull'argomento in questione.
Buona lettura.



Questa relazione è stata inserita nel programma del Convegno perché riteniamo che lo Sport sia parte integrante della moderna società con effetti sicuramente anche positivi e che dispone di un grande apparato organizzativo, il C.O.N.I., capace anche di produrre, mediante la ricerca, interessanti risultati sugli effetti dell'allenamento nelle varie forme e nelle varie discipline.
Il connubio che si crea, però, nel rapporto con il mondo della scuola appare pieno di interrogativi, specialmente parlando di scuola elementare e materna, che posso, consapevolmente, definire a "rischio".
A questo punto, vorrei mostrare alcune immagini tratte da un filmato, presentato in occasione del 1° Congresso Nazionale S.I.E.F. dalle Professoresse M. Angelone e S. Medici, dal titolo "Palestre scolastiche del Comune di Firenze".
(Viene mostrato il pietoso stato in cui versano alcune palestre presenti all'interno degli edifici scolastici, che dovrebbero essere preposte allo svolgimento di lezioni di Educazione Fisica.) (purtroppo il filmato non è in mio possesso, mi scuso per la mancanza, ma credo che ve lo possiate immaginare...)
Per quanto riguarda lo Sport nella scuola se ne è parlato a più riprese, in diversi convegni, congressi, dibattiti, adducendo motivazioni di vario genere, da quello educativo a quello sociologico, perché si ottenesse di introdurlo in tutti i cicli della scuola.
E allora chiediamoci: quale sport?
Il Calcio, la Pallavolo, lo Sci, la Vela, il Nuoto....oppure cosa'altro?
Quale fra questi o altri sport è il più educativo in modo da inserirlo nella scuola?
Quale sport è il più "completo"?
Meglio gli sport individuali o di squadra?
Uno sport simmetrico o asimmetrico?
È preferibile uno sport ciclico o aciclico?
Tutta una serie di interrogativi con cui si potrebbe andare avanti ma che non hanno senso.
Tutto questo non ha senso perché la scuola deve dare ai bambini prima, e ai ragazzi poi, NON una preparazione specifica e unilaterale, casomai finalizzata ad una partecipazione ai Giochi della Gioventù o Campionati Studenteschi, bensì la realizzazione in maniera globale , cioè senza privilegiare alcuni aspetti rispetto ad altri, delle potenzialità dell'individuo avendo come fine un'educazione più completa possibile che SOLO L'EDUCAZIONE FISICA, insieme alle altre discipline può dare.
Perché con l'Educazione Fisica si ricercano i migliori livelli in ogni persona, anche la meno dotata, perché essa "è per tutti e per tutte le età", e perché l' Educazione Fisica comprende tutte le attività di movimento umano in tutti i loro aspetti e manifestazioni già sintetizzate, agli inizi del '900, da G. Hèbert, il quale proponeva il seguente decalogo: MARCIARE, CORRERE, SALTARE, ARRAMPICARSI, LANCIARE, NUOTARE, LOTTARE, TRASPORTARE, EQUILIBRISMI, QUADRUPEDIA.
In Italia nel 1909 c'era una legge, la Sonnino-Daneo-Salandra che sanciva nelle scuole, di ogni ordine e grado, l'obbligatorietà di un corso di Educazione Fisica.
Più precisamente all'articolo 3 della suddetta legge si trova scritto che:
"Nelle scuole elementari è destinata all'Educazione Fisica non meno di mezz'ora per giorno in ciascuna classe.
Ed ancora all'articolo 4:
"Non meno di una volta al mese gli alunni.....faranno passeggiate ginnastiche aventi anche interesse storico, scientifico ed artistico"
E alle soglie del 2000, in quale stato e considerazione versa l'Educazione Fisica?
Non solo le palestre non hanno attrezzature per poter svolgere una buona "ginnastica", ma nella scuola elementare l'EDUCAZIONE MOTORIA (?) è demandata alle maestre ed ai maestri provenienti dall'Istituto Magistrale, che, con tutto il rispetto, non hanno, e non possono avere, la preparazione di un insegnante di Educazione Fisica.
Sicuramente per i nostri amministratori togliersi il "peso" di attrezzare decentemente le palestre scolastiche, dando in "appalto" alle Società Sportive il bisogno di movimento dei ragazzi, è tutto di guadagnato.
Perché attrezzare una buona palestra di Educazione Fisica costa dei soldi, e conoscendo la recidiva carenza di fondi pubblici.....
Pensiamo ad un grande attrezzo, e agli effetti che esso produce, presente in quasi la totalità di palestre scolastiche, che non viene mai (o quasi) utilizzato: il quadro svedese.
A livello muscolare rafforza la presa delle mani, tutti i muscoli dell'arto superiore e del cingolo scapolo-omerale potenziando la muscolatura impegnata nella trazione, la muscolatura addominale e dorsale.
Aiuta gli alunni a vincere rapidamente il senso di vertigine; incrementa il senso dell'equilibrio e dell'orientamento nello spazio con gli esercizi di torsione, di capovolte, di verticali, di capo fitto che stimolano grandemente l'apparato vestibolare. Migliora inoltre l'agilità, la prontezza, la coordinazione, il coraggio e la consapevolezza delle proprie capacità. Presenta anche un altro elemento di grande valore educativo e formativo, la strutturazione della lateralità.
L'Educazione Fisica, così come la intendevano i grandi maestri (Baumann, Gallo), produce ampliamento degli orizzonti, maggiore consapevolezza, maggiore salute negli individui che la praticano e questo si riflette sul "sociale" in vari modi ma, sicuramente, non si potrebbe mai concretizzare in valori materiali, immediatamente e direttamente concentrabili nelle casse di qualcuno ed anzi richiederebbe tempo, pazienza, dedizione, umiltà ed investimenti per essere realizzata.
Lo sport, avendo per fine il risultato, si riassume in allenamento specifico e competizione. Esso si dedica a sviluppare, il più possibile, certe (e solo quelle) potenzialità specifiche dell'individuo e, dato che lo sport esiste per convenzione ma non in natura, ne consegue che solo una piccola parte di tutti gli individui si trova ad avere quelle attitudini, quelle qualità specifiche per emergere in quel determinato sport e solo essi saranno, dunque, dediti a questa attività.
Lo sport, quindi, si rivolge ad una minoranza di persone e si dedica solo ad una parte di ciascuna di esse (guidate da un allenatore-istruttore) e per questo gli sportivi sono soggetti a fatica, sacrifici, stress e per questo la loro è un'attività a termine (carriera) strettamente collegata alla volontà e alla capacità di conseguire risultati.
Non è mia intenzione condannare le sport in generale, tantomeno lo sport agonistico di alto livello; tuttavia, in termini di apertura alla scuola, ciò comporta alcune condizioni che sono, del resto, abbastanza ovvie se si tengono presenti le precedenti considerazioni:
1 - L'Educazione Fisica deve precedere lo sport in tutti i sensi ovvero, da una lato le autorità devono prima preoccuparsi di realizzare l'Educazione Fisica poi penseranno allo sport, dall'altro lato gli individui (in questo caso i bambini e i ragazzi della scuola) dovranno assimilare prima una "dose" adeguata di Educazione Fisica poi potranno, chi lo vorrà, e soprattutto chi ne sarà in grado, dedicarsi ad uno sport;
2 - I ragazzi nel corso del processo educativo devono essere seguiti da un educatore (non da un allenatore) che sia specificatamente preparato a questo scopo; proprio lui, sotto la supervisione di un medico, valuterà, al momento opportuno, la presenza o meno, in ogni singolo allievo, di attitudini per qualche sport.
Lo sport agonistico deve essere praticato da ragazzi coscienti della propria scelta, dotati, dunque, di una cultura generale (anche fisica) che permetta loro di capire il senso di quello che fanno; solo così la competizione può diventare affermazione delle proprie capacità e non negazione degli avversari (basta frequentare le tribune o i campi di gara di qualsiasi sport, specialmente a livello giovanile, per rendersi conto di questo).
Pertanto, concludendo, la Società Italiana di Educazione Fisica si impegnerà con tutte le proprie forze per fare in modo che si possano raggiungere i seguenti obbiettivi:
1 - Introduzione, nella scuola materna ed elementare, dell'Educazione Fisica e non dello sport;
2 - Istituzione della Facoltà di Educazione Fisica;
3 - Istituzione del profilo professionale e dell'albo professionale;
4 - Chiarire definitivamente la diversità dei termini Educazione Fisica e sport.



Il Convegno si svolse nel 1997, oggi siamo nel 2012, ma gli argomenti trattati sono attualissimi.
Fatemi sapere le vostre opinioni.
Il dibattito è aperto.

2 commenti:

  1. ...peccato nessuno abbia dibattuto.
    O il tuo blog è ancora poco conosciuto,o forse c'è poco da dire.
    Probabilmente chi segue il tuo blog è essenzialmente daccordo con te(e di conseguenza con il "gruppo Duchenn").

    Che si può fare,a parte concordare?
    Qualche annotazione,per rimarcare lo stato di ignoranza(nel senso di "non sapere",nessuna offesa quindi)diffusa fra le masse.

    Quindi:
    -l'assioma "lo sport fa bene"è ancora diffuso;non si specifica però quale sport,svolto con che intensità,e con quale modalità(ricreativo?agonistico?).
    Visti gli interessi e le influenze culturali che sostengono questo assioma,il lavoro di rieducazione lo vedo lungo e travagliato.
    -l'educazione fisica nelle scuole è puramente un optional,avete ragione,ma sopratutto non si calcola che,con la scuola a tempo pieno,pretendere da bambini e ragazzi di rimanere seduti dalle 8.30 alle 16.30 con sole piccole pause per sgranchire le gambe è veramente un atto di incoscenza/ignoranza;e si crea un paradosso:i genitori coscenziosi che tamponano questo andazzo mandando i figli a fare sport(non educazione fisica....sport)purtroppo non si rendono conto che passare da attività-0 ad attività-10(prestazione sportiva specializzata)nella gran parte dei casi è più dannosa che proficua.
    Si costruiscono specialisti di un tipo di movimento,che con gli anni sviluppano patologie specifiche di quello sport;il risultato è che la salute di diversi sportivi,aspetto fisico a parte,è altrettanto precaria di chi non fa nulla.
    -se è vero che imparare dalla storia è importante,mi chiedo perchè non si prenda esempio dai grandi educatori del passato che rimarcavano l'importanza dell'educazione fisica.
    mi pare evidente che viviamo in tempi in cui la saggezza del passato non conta nulla.

    Trovo tutto ciò irritante.

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    1. Daniele che dire...il tuo commento è semplicemente PERFETTO!!!
      Quello che dici è, purtroppo, la realtà attuale..
      Posso solo confermare e sottoscrivere tutto quello che dici.
      Credo che il tuo commento lo riporterò come esempio in un nuovo post, perchè è veramente bello!
      Grazie di cuore!
      Non so se chi legge non commenta perchè concorda con quello che scrivo o perchè c'è poco da dire o perchè il mio blog è poco conosciuto.
      Rimane il fatto che la situazione che hai descritto purtroppo è la cruda realtà.
      Ma noi non molliamo e continueremo a provare a diffondere il nostro messaggio...forse come mi hai detto...qualcosa si sta muovendo...
      A presto!

      p.s.: l'unica imperfezione che ho trovato è che manca la e finale di Duchenne...;)

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