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Che cosa producono gli insegnanti?

Avete mai provato a dare una risposta a questa domanda?
Forse a qualcuno sembrerà una domanda banale o senza senso, o forse no.
Resta il fatto che qualcosa anche loro dovranno produrre. Se pensiamo agli operai metalmeccanici essi producono le macchine, gli agricoltori producono i prodotti alimentari, i muratori e gli edili in genere fabbricano le case.
Si potrebbe continuare a lungo con questi esempi e prima o poi ci si imbatterebbe sugli insegnanti di scuola, e a quel punto si riproporrebbe la domanda iniziale:"Che cosa producono gli insegnanti?". Provate a rispondere da voi, perché in effetti la risposta è nota a tutti e non è una cosa nuova.
Gli insegnanti producono l'apprendimento.
Questa è una produzione molto importante da cui dipendono tutte le altre produzioni ed anche il buon vivere civile, perché oltre a produrre l'apprendimento gli insegnanti educano ed abituano la mente al ragionamento, alla riflessione, ai percorsi deduttivi ed induttivi, al rispetto della persona altrui e di se stessi, al dibattito fra soggetti con idee e formazione diversa, al progresso sociale in tutti i sensi, a conoscere ed a far valere i propri diritti e tante altre cose ancora.
Essi lavorano in una fabbrica molto particolare: la scuola di ogni ordine e grado, incluso l'Università. La loro scuola deve essere ben attrezzata con tutti i mezzi messi a disposizione dal progresso attuale, senza rinunciare alle cose del passato, per raggiungere il prodotto finale: L'APPRENDIMENTO.
Gli insegnanti sono coloro che sanno. Che sanno nel loro settore ovviamente. Che conoscono bene il loro settore di insegnamento, tanto che loro e soltanto loro vengono scelti fra tutte le persone che qualcosa sanno del loro settore, ma non lo sanno bene come loro, perché per insegnare bisogna prima sapere e sapere bene; ma non basta.
Se vi viene in mente di imparare a nuotare, vi cercherete un insegnante che sappia nuotare e che sappia nuotare bene, così bene da poterlo insegnare anche agli altri.
Non solo: vi cercherete uno che. oltre a sapere lui stesso, possiede anche la dote di sapere come si fa a farlo imparare a chi non sa: uno che inoltre, nell'intimo della sua coscienza ha il desiderio di far sì che anche le persone a lui affidate imparino quello che lui sa, perché questi è il vero insegnante.
Non basta sapere e studiare per diventare insegnante.
Bisogna possedere per natura propria quell'altruismo e quella visione sociale, senza la quale non si può essere insegnanti, per quanto si possa essere bravi nel proprio settore del sapere. Gli insegnanti non sono persone qualunque e non sono neppure tantissimi e non tutti possono essere o diventare insegnanti solo per avere studiato. Ma c'è di più: tutti possono imparare tutto se studiano, ma "quasi sempre" ad essere bravi insegnanti sono le persone prive di doti eccezionali, persone che devono faticare non poco per imparare e quando hanno imparato bene, con facilità sanno come fare a far imparare, a produrre l'apprendimento negli altri, perché loro per primi hanno percorso quelle strade da insegnare ai loro allievi per imparare. Non sempre invece, i soggetti super dotati sono dei bravi insegnanti, pur essendo sempre bravissimi perché dotati nel settore prescelto.
Ma che cos'è L'APPRENDIMENTO?
L'apprendimento è una cosa astratta, ma non troppo.
Per esempio un bambino non sa scrivere e non sa neppure leggere, perché non conosce i segni convenzionali che graficamente traducono la parola in scrittura. Quel bambino, senza l'apprendimento prodotto da un insegnante, crescerebbe e sarebbe un analfabeta, con tutte le conseguenze individuali e sociali che conosciamo.
L'apprendimento ha dei criteri, ha delle età favorevoli in cui può realizzarsi meglio, si avvale degli strumenti che sono propri, ecc., ma quel bambino che prima non sapeva scrivere, dopo l'apprendimento prodotto dall'insegnante, sa scrivere e leggere.
Questa è una cosa grandiosa.
Analogamente, quel bambino, grazie all'apprendimento prodotto dai vari insegnanti, conosce la matematica, le lettere, le lingue, la storia, il disegno, la musica, la ginnastica, ecc.
Quei professori di ginnastica che fanno passare l'ora di lezione ai propri allievi a giocare a calcio, o a fare quello che vogliono, producono proprio poco: tengono a bada in qualche modo gli alunni, ma questi potrebbero giocare anche a casa loro, senza doversi alzare presto la mattina per andare a prendere l'autobus o il treno per andare a scuola a giocare al calcio mentre il professore legge il giornale.
Sarebbe bene comunque che quei professori di Educazione Fisica o di Scienze Motorie come oggi si preferisce chiamare, stessero a casa propria a leggere il giornale e non a scuola, perché leggendo il giornale a scuola invece che a casa, costano uno stipendio, che anche se non è grandioso, è pur sempre una spesa inutile per lo stato e soprattutto per la società, perché essi non producono proprio niente leggendo il giornale a scuola invece di leggerlo a casa.
E allora se non producono niente, non sarebbe meglio mandarli a casa?
E se invece producessero qualcosa e se quel qualcosa fosse una produzione molto importante, non sarebbe bene che essi venissero valorizzati e rispettati al massimo?
Che cosa ne pensate?

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