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La novella della pecora Bela (Una pecora nel mondo dei cani e dei lupi)

Un giorno una pecora di nome BELA fu morsa da un cane mentre brucava tranquillamente l'erba di un prato e non faceva niente di male a nessuno.
Offesa per la cattiveria subita, ma non volendo farsi giustizia da sé, pensò di andare a riferire l'accaduto al capo dei cani, che era il Lupo, affinché questi facesse giustizia punendo il cane come si meritava.
Il lupo la ricevette nel suo ufficio e le lasciò raccontare tutta la sua storia. Alla fine si alzò e, senza fretta, ma con decisione, la azzannò alla gola e la sgozzò.
Questa fu la giustizia che la pecora BELA trovò nel paese dei cani e dei lupi.
Ognuno deve capire che, se vive nel paese dei cani e dei lupi, non può chiedere di far giustizia al lupo quando viene morso da un cane.
Ma che cosa deve invece fare allora?
Deve rimanere buono come una pecora, ma diventare più forte del lupo.

Marco Pecchioli

Trattamento ortopedico, intervento chirurgico e ginnastica correttiva in un caso di piede piatto

In questo post riporterò una relazione presentata al V Congresso Nazionale della S.I.E.F. (Società Italiana di Educazione Fisica) tenutosi a Follonica il 25 e 26 Novembre del 2000 dal tema "EDUCAZIONE FISICA COME CURA: LA GINNASTICA CORRETTIVA E LA GINNASTICA MEDICA".
La relazione fu presentata da Danilo Matteucci, insegnante dell'Istituto Duchenne e collaboratore del Prof. Marco Pecchioli.
Riporterò tutta la relazione con le foto, in modo che chi leggerà possa valutare e riflettere sul caso.
Buona lettura.

"Quella che segue è la storia di S. e dei suoi piedi.
Purtroppo molti bambini hanno storie del tutto simili e ciò è determinato dall'alta percentuale di Piede Piatto presente nella popolazione giovanile (da un'indagine promossa dall'Istituto Duchenne, svolta su un campione di 5521 bambini delle scuole elementari, è risultato una percentuale di Piattismo dei Piedi del 18,3%).
L'intento principale di questa relazione è quello di cercare di sensibilizzare le figure sanitarie (medici Pediatri e Ortopedici), gli insegnanti scolastici (materne ed elementari), gli insegnanti di Educazione Fisica e gli operatori dello sport affinché "storie" del genere possano NON RIPETERSI.
S. è nato il 4 Maggio 1985 e arriva quasi casualmente alla Palestra Baumnann di Prato il 27 Novembre 1996.
Durante la prima lezione utile per eseguire un esame morfologico e una raccolta dati sui precedenti trattamenti intentati, mi trovo di fronte ad una situazione che si può così riassumere (Fig. 1 e 2):










- Impronta al plantoscopio di 2° grado
- Si stanca facilmente a camminare
- Non corre volentieri
- Riferisce dolore ai piedi, alle gambe e talvolta alle ginocchia
- La madre sostiene che ha i piedi "brutti"
- Non presenta segni di rigidità articolare alla estensione massima delle dita
- Non presenta rigidità articolare alla massima flessione plantare del piede
Con la madre ripercorriamo le principali tappe di quanto era stato proposto come "terapia", per correggere il piattismo dei piedi.
Nel 1989 (S. ha quindi 4 anni!) il Pediatra osserva una qualche anomalia nell'appoggio del piede e nella deambulazione quindi, prontamente, lo invia, per un consulto specialistico, in visita ortopedica.
Dopo pochi giorni, durante la visita, l'Ortopedico diagnostica un Piede Piatto e prescrive al piccolo S. un plantare rigido da inserire in scarpette alte correttive.
Aggiunge inoltre che nella "improbabile" ipotesi che il piede non guarisca, in futuro potrebbe essere proposta una "semplice" chirurgia correttiva.
Passano gli anni e S., diligentemente, indossa quelle "scomode scarpette".
La sua unica attività fisica sarà rappresentata dalla frequenza per due anni di un corso di judo, anche se la grande passione rimarrà il tennis, che pare non potrà mai realizzare per il problema dei piedi.
Quindi dopo una serie di controlli effettuati annualmente o secondo necessità per la prescrizione di nuovi plantari o scarpe, si arriva all'Ottobre 1996 dove, durante l'ennesima visita di controllo, viene prescritta la NECESSITà dell'intervento chirurgico come risoluzione ultima e definitiva del problema.
Viene illustrata dall'Ortopedico la SEMPLICITà dell'intervento, il RAPIDO RECUPERO dopo solo un mese di gessi de alcune settimane di RIABILITAZIONE ed infine l'OTTIMO risultato estetico a cui si può arrivare.
Per S. ed i suoi familiari tutto ciò rappresenta quasi una sconfitta, per 7 ANNI ha dovuto portare i plantari ed i suoi piedi NON SONO GUARITI.
La madre non accetta l'idea che l'intervento chirurgico sia veramente l'unica soluzione, per cui decide di rivolgersi anche ad altri specialisti.
Si arriva così alla Palestra Baumann.
Spiego a S. e a sua madre che in effetti a 11 anni e 7 mesi è tardi per iniziare la ginnastica correttiva, comunque d'accordo con loro decido di fare un tentativo fosse anche solo e soltanto per stimolare i piedi di S. a quelle NATURALI FUNZIONI che dovrebbero assolvere; difatti durante le prove di valutazione segnalo anche:
1) NON cammina correttamente:
- Non ammortizza con gli arti inferiori
- Non esegue la rullata del piede
- Non spinge con il piede dietro alla fine del passo
2) NON riesce a correre correttamente:
- Vedi le considerazioni fatte sopra
- E' lento e goffo
- Salta pochissimo

Tutto ciò è dovuto al fatto che per 7 anni non ha esercitato ne i suoi piedi, ne i muscoli degli arti inferiori, ne il suo cervello, ad attività naturali ed anche spontanee quali il camminare, il correre, il saltare, l'arrampicarsi, etc.(G Hebert docet) che fanno parte dell'Educazione Fisica.
Decido di impostare per i primi tre mesi un lavoro trisettimanale di 1 ora dove vengono proposte le TECNICHE I.D. (ISTITUTO DUCHENNE) che prevedono:
- Sbloccaggio articolare (non fondamentale, ha già una buona mobilità)
- Miglioramento schema corporeo
- Potenziamento muscolare

Quindi seguirà un periodo di 5 mesi a frequenza bisettimanale.
Dopo SOLO OTTO MESI di Ginnastica Correttiva S. ha ottenuto risultati tali da poter iniziare a "coltivare" la passione di sempre: il tennis.
A distanza di tre anni ho invitato S. in palestra per ripetere un esame morfologico e per poter controllare il lavoro fatto a suo tempo; ebbene queste sono le conclusioni:
NOVEMBRE 2000 - S. HA 15 ANNI E 6 MESI (fig. 3 e 4)





- NON HA DOLORE AI PIEDI
- NON HA DOLORE ALLE GAMBE
- IMPRONTA AL PLANTOSCOPIO DI 1° GRADO
- NON HA RIGIDITà ARTICOLARI
- HA IMPARATO A GIOCARE A TENNIS
- DA DUE ANNI PRATICA ATLETICA LEGGERA SPECIALITà MEZZOFONDO (800 E 1500 METRI)
- NON SI è OPERATO


(N.d.A. - Se avesse fatto subito la ginnastica correttiva quante sofferenze e quante spese sanitarie in meno? Al lettore l'ardua sentenza.)"

Piede piatto: esercizi da NON fare!

Con questo post voglio chiarire alcuni concetti che scrissi tempo fa in un post sul piede piatto.
Affermai che alcuni esercizi come prendere le matite o le biglie con le dita del piede non servissero a nulla se si volesse correggere un piede piatto, ma al contrario lo avrebbero fatto venire!
Credo sia giusto chiarire questa affermazione con delle immagini, che spero dimostrino in maniera eloquente quanto detto. In questo modo ognuno potrà vedere con i propri occhi e trarre le proprie conclusioni.
Nel video mostro come l'esercizio di prendere la penna con le dita dei piedi metta in azione il muscolo tibiale anteriore e come l'azione muscolare di tale muscolo sia piattizzante nei confronti della volta plantare!
Spero che il video chiarisca tale concetto, ma se ci dovessero essere dei dubbi vi prego di contattarmi o di pormi tutte le domande che volete! Quanto prima cercherò di rispondervi e di chiarire i vostri dubbi se mi sarà possibile, mostrando magari anche altri video.
Grazie!


Azione del Tibiale Anteriore



Voi potete spendere...

Voi potete spendere ore ed ore preziose della vostra vita per studiare e per imparare le "cose" che trovate scritte sui libri.
E potete anche, dimostrando di avere imparato bene quelle cose, essere promossi ad un esame o essere respinti se non le sapete ripetere come sono scritte sul libro oppure acquisire un titolo di studio che vi autorizza a fare quelle cose imparate.
Ma se poi quelle cose che avete appreso non sono vere, o non sono valide che conoscenza possedete voi? A che cosa è servito il vostro sacrificio ed il vostro tempo perso?
Si può "studiare" sui libri e così possiamo metterci in testa tante "cose" che altri hanno proposto e fatto.
Ma non sempre quello che si trova scritto sui libri è vero.
Allora, almeno nello studio universitario, la cosa più importante è di riflettere per capire se le cose scritte sono vere.
Nelle proposte di Ginnastica Correttiva per Piede Piatto (e non solo...) è successo di tutto e sono anche bocciati all'esame studenti che non sapevano ripetere le sciocchezze che erano sui libri e che erano state insegnate loro da "docenti" fasulli.
Come ci si può difendere?
Perché accadono queste cose?
Perché precetti errati vengono fatti passare per buoni ed insegnati da "docenti"...?
Perché "verità" che vere non sono, vengono accettate per vere...?
Allora l'elemento fondamentale dello studio deve sempre essere il dubbio, che orienta verso la riflessione, la comprensione, la ricerca.

Marco Pecchioli