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Storia di una scoliosi

Questa è la storia di una ragazza affetta da scoliosi idiopatica evolutiva, la quale è stata curata dal Dott. Pecchioli con corsetto Chéneau e Ginnastica Medica secondo le Tecniche I.D..
La ragazza ha frequentato un corso di Ginnastica Medica presso la palestra dove io lavoro per 1 anno e mezzo circa e ha portato il corsetto più o meno per lo stesso periodo.
Prima di entrare in contatto con il sottoscritto e di conseguenza con il Dott. Pecchioli, la ragazza aveva passato un'altra visita presso un'altra Dott.ssa con cui però le cose non erano andate benissimo come si vedrà.
La storia verrà raccontata attraverso una lettera che lei stessa mi ha scritto. Ovviamente per motivi di privacy non verranno riportati i nomi ne della ragazza ne della Dott.ssa.
Buona lettura.

"Sole, mare, amici, finalmente la scuola è finita e sta iniziando la tanto attesa estate.
L'estate 2008, una stagione che non dimenticherò!...
Un giorno come un altro esco, vado a fare un giro, guardo un paio di negozi, noto una vetrina, entro, compro un costume, torno a casa, lo indosso per vedere come mi sta, mi soffermo più del solito davanti allo specchio, guardo, c'era qualcosa di cui non mi ero mai accorta: il mio bacino non era simmetrico!...
Dissi "Mamma vieni un attimo?!", tutto iniziò con queste parole, e allora subito a prendere un appuntamento da un pediatra di Pisa, il quale riconobbe il problema e mi consigliò di andare a Firenze da una Dott.ssa che ,a quanto mi disse, era una specialista in queste cose.
Mi ricordo tutt'ora: era un mercoledì, saltai scuola, presi il treno e poi raggiunsi il suo studio a piedi.
Quando arrivò il mio turno entrai.
Lei mi disse "Sei già grandina...spogliati...", mi fece camminare avanti e in dietro su un tappetino, mi fece stendere su un lettino, mi testò l'elasticità delle gambe e mi disse "Puoi rivestirti."
Mi fece sedere e disse "Io con te non ci posso fare niente perchè hai già completato il tuo sviluppo".
Le chiesi se avendo questo problema potevo continuare a giocare a tennis o se dovevo fare della ginnastica, lei mi rispose "Puoi fare quello che vuoi, non hai mica un tumore!".
I miei occhi iniziarono a bagnarsi, mia madre pagò per una visita che durò si e no un quarto d'ora e lei mi cancellò da una lista di 15 nomi, trattandomi come un numero e non per la ragazza sensibile che sono...
Io terrorizzata, con l'idea in testa di avere un problema irrisolvibile scoppiai a piangere.

Mi consigliarono di seguire comunque un corso di ginnastica, quando Andrea il mio insegnante, mi consigliò di farmi vedere da un altro medico.
Io ero molto titubante avendo alle spalle la prima esperienza, nonostante tutto mi decisi di fissare un nuovo appuntamento.
Stessa situazione ero in sala d'aspetto, mi chiamarono ed entrai.
L'impatto fu nettamente diverso, il medico, il Dott. Pecchioli si presentò e mi chiese il mio nome, prese un cartellina gialla e un foglio bianco, si rivolse a me chiedendomi alcune cose dalla mia data di nascita, alla scuola che frequentavo, allo sport che frequentavo.
Alcune di queste cose le appuntava sul foglio mentre altre le memorizzava.
Poi mi disse di spogliarmi e notò che ero molto magra e alta, mi chiese se mangiavo e se mi capitava di stare piegata quando parlavo con le mie compagne e se per me la mia altezza era un problema.
Dopo mi fece la visita medica e mio chiese di portargli una lastra, ma mi disse che ci saremmo rivisti a Firenze dove aveva il suo studio e dove c'era anche il tecnico che mi avrebbe fatto il busto.
Per la seconda volta tornai a Firenze ma con uno stato d'animo diverso.
Arrivai nello studio con mille pensieri in testa, il Dott. Pecchioli si avvicinò, mi guardò negli occhi e mi fece una semplice domanda "Sei sicura? Non sarà una passeggiata, è una cosa che richiede un certo impegno portare il busto per 22 ore."
"Si" dissi solo questo, non sapendo cosa mi aspettasse ma il Dott. Pecchioli era riuscito a rassicurarmi.
E adesso arrivata alla fine di questo percorso mi fermo e mi guardo in dietro, consapevole di quanto sia stata ripida e faticosa la salita, ma lo sappiamo tutti, dall'alto il panorama è più bello.
Ed è per questo che non mi pento che non mi pento di aver fatto quella scelta, ho dovuto fare alcuni sacrifici è vero, ma ne è valsa la pena; soprattutto perchè ogni volta che ottenevo dei risultati, notavo dei miglioramenti mi emozionavo ed ero felice quanto una bambina il giorno di Natale.
Le difficoltà non sono mancate ma quando mai è tutto facile?
"Gli ostacoli sono quelle cose che vediamo quando si distoglie lo sguardo dall'obbiettivo".
Basta volerle le cose e fare un mix di forza di volontà, coraggio e costanza ed avere sempre nella testa la consapevolezza che una soluzione può essere trovata."


Spero che questo post venga letto da più persone possibile, sperando che chi leggerà si soffermi un attimo a riflettere su questa storia.
Io ritengo che non si possa dire a una ragazza di 17 anni (oggi ne ha 19) che non c'è più niente da fare, quando invece c'è ancora tanto da fare! E cosa ancor più grave è il fatto che una cosa del genere a dirlo sia stata una Dott.ssa, la quale a detta di molti è una specialista del settore!
Secondo me un Dottore che vuole ottenere il riconoscimento di specialista deve essere sempre aggiornato e quindi deve studiare sempre, altrimenti non può avere tale pretesa solo perchè ha ottenuto una laurea specialistica!
Preferisco fermarmi qui, se no è peggio.
Concludo dicendo che per la cronaca il soggetto della storia attualmente sta benissimo, ha risolto in modo definitivo il suo problema e fa una vita normalissima come tutte le ragazze della sua età.